Riassunto
Cos’è la malattia di Mondor?
La malattia di Mondor è una condizione rara che coinvolge le vene superficiali, caratterizzata da tromboflebite, ovvero l’infiammazione e la formazione di coaguli in una vena. Questa patologia è più comunemente riscontrata nelle vene della parete toracica anteriore e nella regione mammaria nelle donne, ma può anche manifestarsi negli uomini in una forma particolare che coinvolge il pene.
Negli uomini, in particolare, si presenta come una tromboflebite peniena superficiale isolata, che interessa principalmente la vena dorsale superficiale dell’organo in cui si nota la presenza di un cordoncino duro sottocutaneo. In generale, la malattia di Mondor è considerata autolimitante, il che significa che tende a risolversi con antinfiammatori o altri farmaci per ridurre i sintomi.
Qual è l’origine della malattia di Mondor e che frequenza ha?
Henri Mondor, medico francese, descrisse per la prima volta la tromboflebite delle vene della parete toracica anteriore nel 1939, più tardi nel 1955 i medici Braun e Falco descrissero la flebite dorsale del pene nel contesto della flebite generalizzata.
Il primo caso segnalato di una tromboflebite superficiale isolata della vena dorsale del pene è stato registrato dai medici Helm e Hodge nel 1958 e successivamente definito come malattia di Mondor del pene.
L’esatta fisiopatologia della flebite di Mondor è sconosciuta, tuttavia è frequentemente associata a rapporti sessuali prolungati o vigorosi. Essendo autolimitante, questaflebite al pene può risolversi da sola o con farmaci antinfiammatori. Le statistiche sulla sua incidenza sono quindi limitate ai soli casi dei pazienti che si sono rivolti al medico e non consentono di effettuare una stima precisa della popolazione che ne è stata affetta.
Forse anche a causa della scarsità di dati disponibili, la malattia di Mondor viene considerata una condizione medica rara. Sappiamo però che colpisce uomini sessualmente attivi di qualsiasi età (18-70 anni).
Cause della malattia di Mondor
TRAUMA | INFEZIONE | CHIRURGIA | NEOPLASIA | ALTRO |
Rapporti prolungati o vigorosi | Sifilide | Ernioplastica inguinale | Neoplasie della pelvi | Iniezione di farmaci intracavernosi |
Trauma penieno | Candida | Orchidopessi | Tendenza alla trombosi | |
Astinenza prolungata | Malattie sessualmente trasmissibili | Varicocelectomia | ||
Utilizzo del vacuum device | Malattia di Behcet |
La causa esatta della tromboflebite di Mondor rimane poco chiara, ma la teoria più accreditata è che si manifesti dopo un trauma meccanico poiché generalmente le lesioni si verificano 24-48 ore dopo rapporti sessuali prolungati o intensi. La sindrome di Mondor è stata anche associata a infezioni a trasmissione sessuale; tuttavia non è chiaro se il legame sia casuale o accidentale. Altre cause legate all’insorgenza della malattia di Mondor sono la neoplasia pelvica e la recente chirurgia inguinale o scrotale.
Ulteriori fattori di rischio più comuni che possono portare alla trombosi di Mondor sono:
- Trauma fisico che danneggia i vasi sanguigni superficiali, portando alla formazione di coaguli di sangue. Può accadere a seguito di incidenti, attività sportive o di pressioni prolungate da indumenti troppo stretti.
- Esercizio fisico intenso o insolito che mette sotto stress i vasi sanguigni, specialmente se il corpo non è abituato, determinando dei microtraumi che innescano la malattia.
- Interventi chirurgici che danneggiano o irritano i vasi sanguigni.
- Infezioni che colpiscono la pelle o i tessuti molli del torace, possono diffondersi ai vasi sanguigni superficiali, causando infiammazione e trombosi.
- Cause idiopatiche, se non vi sono motivazioni evidenti alla manifestazione della malattia di Mondor.
- Fattori di rischio aggiuntivi, tra cui condizioni che predispongono alla coagulazione del sangue,come alcuni disordini ematologici, l’uso di contraccettivi orali o terapie ormonali e uno stile di vita sedentario.
Trauma
Rapporti prolungati o vigorosi, Trauma penieno, Astinenza prolungata, Utilizzo del vacuum device
Infezione
Sifilide, Candida, Malattie sessualmente trasmissibili, Malattia di Behcet
Chirurgia
Ernioplastica inguinale, Orchidopessi, Varicocelectomia
Neoplasia
Neoplasia della pelvi
Altro
Iniezione di farmaci intracavernosi, tendenza alla trombosi
Quali sono i sintomi della malattia di Mondor?
La flebite peniena ha sintomi chiari. Si nota un cordoncino palpabile sul dorso del pene, che insorge 24-48 ore dopo un rapporto sessuale intenso o prolungato. La lesione può causare un dolore pulsante episodico, che si esacerba durante l’erezione.
A volte si può notare un arrossamento nella zona interessata, che in alcuni casi si estende a tutta la superficie del pene. All’esame clinico la lesione può essere evidenziata sul dorso del pene, di lunghezza compresa tra 2 e 10 cm. La cute sovrastante è adesa alla vena e talvolta eritematosa. Una “case series” riportava però fino a un terzo di pazienti asintomatici
Come viene effettuata la diagnosi?
Un buon esame clinico e un’anamnesi del caso aiutano nella diagnosi differenziale con la linfangite scleroatrofica non venerea del pene, altra condizione benigna e autolimitante che si presenta dopo un intenso rapporto sessuale o dopo la masturbazione. Tale condizione interessa il sistema linfatico e si presenta come un cordoncino sottocutaneo non doloroso che è meno esteso rispetto alla trombosi venosa peniena della malattia di Mondor.
Le due condizioni possono essere differenziate mediante l’Eco Color Doppler che rileva i segni di trombosi venosa, tra cui assenza di colore o di flusso nel lume della vena dorsale superficiale, associata a un pattern di flusso a bassa velocità e alta resistenza nelle arterie cavernose.
Bisogna notare che la differenziazione non offre alcun beneficio clinico poiché entrambe le condizioni sono trattate in maniera conservativa. Un’altra diagnosi differenziale è la malattia di La Peyronie: un buon esame clinico può differenziare se l’ispessimento è sulla tunica albuginea o meno.
Quindi, per diagnosticare la malattia di Mondor sono necessari:
- Esame fisico. L’andrologo cercherà segni caratteristici, come la presenza di cordoni palpabili, duri e dolorosi lungo il decorso delle vene superficiali del torace. Questi cordoni possono essere più evidenti quando il paziente è in posizione eretta o durante certi movimenti.
- Anamnesi del paziente. Ricostruire la storia clinica del paziente permette di indagare su eventuali disturbi che influenzano la coagulazione del sangue, recenti traumi fisici, interventi chirurgici, attività fisiche intense o infezioni che potrebbero aver scatenato la trombosi peniena.
- Ecografia doppler. Permette di confermare la diagnosi ed escludere altre condizioni, come la trombosi venosa profonda. Questo esame non invasivo utilizza onde sonore per visualizzare il flusso sanguigno nelle vene e può aiutare a identificare la presenza di coaguli di sangue nelle vene superficiali.
- Altri test diagnostici. Sebbene accada raramente, si può ricorrere ad altri test diagnostici per escludere condizioni simili o accertare la presenza di complicazioni. Questi possono includere esami del sangue per valutare la coagulazione e la funzionalità del sistema immunitario, o imaging più dettagliato come la risonanza magnetica (MRI), se si sospettano complicazioni gravi.
- Valutazione differenziale. Nel processo diagnostico è importante considerare condizioni che presentano sintomi simili, come infezioni cutanee, altre forme di tromboflebite o tumori. La valutazione differenziale aiuta a garantire che la diagnosi sia accurata e che il paziente riceva il trattamento appropriato.
Malattia di Mondor: cura e terapia dello specialista
Per la sindrome di Mondor, prima della terapia, si consiglia l’astensione dall’attività sessuale e/o masturbazione.
Inoltre, possono essere somministrati farmaci antinfiammatori per il trattamento del disagio acuto o creme a base di eparina topica. Nei casi più gravi, quando non si notano miglioramenti dopo 8 settimane, la trombosi venosa al pene può necessitare dell’intervento chirurgico di trombectomia o di resezione della vena dorsale del pene.
Per la flebite di Mondor la terapia può prevedere farmaci diversi tra cui:
- Dapoxetina, l’unico trattamento farmacologico approvato per l’eiaculazione precoce
- Uso off-label degli antidepressivi come SSRI e clomipramina
- Agenti anestetici topici
- Lidocaina-prilocaina crema
- Tramadolo
- Inibitori della fosfodiesterasi 5, da soli o in combinazione con altri farmaci
Se sospetti di avere sintomi riconducibili alla malattia di Mondor, non esitare a contattare uno specialista per una consulenza approfondita e per ricevere il trattamento più adeguato.
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