intervento pene curvo

Intervento per il pene curvo: come funziona l’induratio penis plastica

Quando è necessario un intervento per il pene curvo?

L’induratio penis plastica determina una curvatura del pene che rende i rapporti dolorosi, talvolta impossibili e gli uomini che ne soffrono sono stimati tra il 3 e il 10% degli over 18. La curvatura del pene è in genere dorsale, con la punta del membro che è rivolta verso il torace e con un’angolazione che può arrivare oltre i 90 gradi nei gradi più severi. Sull’asta si forma  un ispessimento della tunica albuginea, con fibrosi e di seguito una placca o dei piccoli noduli che impedendo al membro di distendersi tendono invece a farlo curvare. In questi casi un intervento per pene curvo può risolvere il problema purché effettuato nelle tempistiche adeguate e secondo parere del medico.

L’opzione non chirurgica per il pene curvo

Per aumentare le possibilità di risoluzione del problema, sarebbe ideale intervenire prima che la situazione diventi stabile. Una prima opzione non chirurgica potrebbe consistere quindi nell’iniezione di un farmaco a base di collagenasi per contrastare l’indurimento. In caso dolore si potrà procedere ad un all’utilizzo di onde d’urto a bassa intensità..

L’intervento per pene curvo si esegue generalmente in day surgery, e la durata è variabile a seconda della tecnica che viene eseguita e il paziente viene sedato con anestesia generale o spinale. Al termine dell’operazione è possibile ottenere il raddrizzamento totale del membro ma per riprendere l’attività sessuale si deve attendere almeno sei settimane.

Le 3 tecniche chirurgiche per operare sul pene curvo

Queste di seguito sono tre le tecniche chirurgiche impiegate per raddrizzare il pene curvo congenito:

Possiamo distinguere 3 tipi di opzioni chirurgiche:Tecniche di accorciamento

1. Tecniche di accorciamento

Le procedure di accorciamento del pene includono la resezione cuneiforme  di Nesbit  e le tecniche di plicatura eseguite sul lato convesso del pene.

Hanno lo scopo di raddrizzare l’asta peniena accorciando il lato lungo del pene, ossia quello convesso. Presentano un  ridotto rischio di deficit erettile e buona correzione della curvatura.

Recentemente è stata  proposta una nuova tecnica denominata STAGE (Kuehhas 2014) basata sull’escissione geometrica della tunica albuginea superficiale dall’inglese Superficial Tunica Albuginea Geometric-based Excision che rappresenta una variante migliorata dell’originale tecnica Nesbit.

La tecnica STAGE utilizza principi geometrici per analizzare il punto di massima curvatura e raddrizzare il pene attraverso una lavorazione ripetuta che prevede piccole escissioni superficiali nei punti di massima curvatura in modo da limitarne l’accorciamento rispetto alle tecniche tradizionali.

I candidati ideali alle tecniche di accorciamento sono i pazienti  con:

  • Funzione erettile intatta o che risponde alla farmacoterapia
  • Curvatura < 60 gradi
  • Assenza di deformità complesse
  • Assenza di effetto a clessidra o a cerniera
  • Perdita di lunghezza dovuta alla malattia < 20% della lunghezza totale in erezione
  •  

2. Tecniche di allungamento

Hanno lo scopo di preservare la lunghezza peniena o di ridurre al minimo l’accorciamento causato dall’intervento di Nesbit o dalla plicatura dell’albuginea e permettono di correggere deformità complesse. Vengono eseguite sul lato concavo del pene e consistono nell’ incisione  modificata ad H o a doppia  Y  nel punto di massima curvatura  seguito dal  posizionamento di graft o innesto. Ciò permette l’espansione della tunica  ed una buona  correzione della curvatura, ad oggi il materiale ideale per l’innesto deve ancora essere identificato. Queste procedure sono associate ad un rischio di deficit erettile dal 5 al  53% ed una recidiva della curvatura dall’ 8 al 12%.

La presenza di disfunzione erettile pre-operatoria, l’uso di innesti di  grande dimensioni, l’età superiore ai 60 anni, e la curvatura ventrale sono considerati  fattori prognostici negativi per un esito funzionale dopo l’innesto chirurgico.

Recentemente  sono state descritte nuove tecniche basate su  principi geometrici con lo scopo di avere un’area di incisione e un graft molto più accurato (Egydio et al.2004; Miranda and Sampaio 2014).

I candidati ideali alle tecniche di allungamento sono i pazienti con:

  • Funzione erettile intatta o che risponde alla farmacoterapia
  • Curvatura > 60 gradi
  • Deformità complessa
  • Effetto a cerniera destabilizzante
  • Retrazione e/o accorciamento penieno

3. Protesi peniene

Rappresentano l’unica soluzione possibile nei casi in cui la curvatura è associata a disfunzione erettile resistente ai comuni farmaci orali(PDE5i),

Nei pazienti con curvatura lieve-moderata si ha  un ottimo risultato mediante il solo l’inserimento dei  cilindri. In casi di curvatura severa è necessario effettuale un modellamento intra-operatorio del pene sui cilindri completamente gonfiati effettuando una contro trazione sul lato opposto della curvatura per 90 secondi(manovra di Wilson).  Se vi è una curvatura residua di meno di 30 ° , non si effettuano ulteriori  trattamenti,  poiché la protesi agirà come un espansore tissutale e comporterà la completa correzione di curvatura in pochi mesi.

Qualora la manovra di Wilson non risultasse risolutiva si procede all’incisione di  placca e posizionamento di graft per conseguire un’adeguata raddrizzamento.

In casi  altamente selezionati  in cui  si è verificata una retrazione fibrosa importante con conseguente accorciamento è possibile considerare le seguenti tecniche:

  • la tecnica a slitta
  • La tecnica a slitta modificata (MoST)

Si tratta di una procedure complesse ed invasive che consistono nella ricostruzione e nell’allungamento dei corpi cavernosi contestualmente all’inserimento di protesi peniena e che dovrebbero essere eseguite solo da chirurghi esperti.

Se hai bisogno di un consulto o vuoi capirne di più, prenota una visita andrologica, solo uno specialista del settore potrà aiutarti a risolvere il problema nel modo più appropriato possibile.  

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