Disfunzioni sessuali post-SSRI: quali sono gli effetti collaterali?

Cosa sono e come si manifestano le disfunzioni sessuali post-SSRI

Gli SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina), sono psicofarmaci antidepressivi che vengono comunemente prescritti per la cura di diverse condizioni come ansia, depressione e disturbo post-traumatico da stress.

Al pari di altri farmaci, anche gli SSRI hanno degli effetti collaterali, i più comuni sono fastidi a livello gastrointestinale, eruzioni cutanee, vertigini e, nel lungo periodo, possono comparire anche problemi a livello della sfera sessuale.

Le disfunzioni sessuali post-SSRI interessano circa il 30% dei pazienti e possono manifestarsi con sintomi quali calo del desiderio sessuale, eiaculazione ritardata e anorgasmia. Alcuni pazienti possono avvertire un senso di intorpidimento genitale già 30 minuti dopo l’assunzione della prima dose del farmaco, una sensazione simile a quella che si ottiene applicando sulla zona la lidocaina, un anestetico locale utilizzato nel trattamento dell’eiaculazione precoce.

In genere, tali problematiche tendono a risolversi con la sospensione del farmaco. Tuttavia, nei casi in cui persistano anche dopo l’interruzione del trattamento, si parla di disfunzione sessuale post-SSRI (PSSD) propriamente detta, una condizione ancora poco studiata e priva, al momento, di una terapia specifica. 

Psicofarmaci e sessualità: come riconoscere la disfunzione sessuale post-SSRI

Le disfunzioni sessuali post-SSRI possono manifestarsi in modo differente da paziente a paziente.

I casi riportati in letteratura medica indicano tra i sintomi:

  • ridotta sensibilità genitale
  • calo della libido
  • disfunzione erettile
  • orgasmo debole o senza piacere
  • difficoltà a raggiungere l’orgasmo
  • risposta ridotta agli stimoli sessuali
  • glande flaccido durante l’erezione
  • eiaculazione ridotta
  • retrazione peniena
  • diminuzione o perdita delle erezioni notturne

I sintomi tipici della PSSD, che aiutano a distinguerla da altri tipi di disfunzione sessuale, sono l’intorpidimento genitale e l’orgasmo senza piacere.

Sono anche stati segnalati casi di eiaculazione precoce dopo la sospensione di un SSRI. 

Come si arriva alla diagnosi di disfunzioni sessuali post-SSRI

La disfunzione sessuale post-SSRI è stata diagnosticata per la prima volta nel 2006 e, ad oggi, la letteratura scientifica in merito è ancora limitata, basandosi principalmente su case report. Da questo ne consegue che non esiste una definizione standard della patologia, che si manifesta con sintomi eterogenei, spesso simili a quelli di altre condizioni mediche.

Per diagnosticare una PSSD, devono infatti sussistere diverse condizioni: il paziente deve essere stato sottoposto a un precedente trattamento con SSRI e presentare effetti collaterali persistenti per almeno 3 mesi dopo la sospensione del farmaco.

Inoltre, è necessario riscontrare un cambiamento duraturo nella sensazione tattile della zona genitale, associato a sintomi come calo del desiderio sessuale, disfunzione erettile o incapacità a raggiungere e mantenere l’orgasmo.

Non devono poi essere state accertate altre tipologie di disfunzione erettile preesistenti al trattamento con SSRI o altre condizioni mediche che potrebbero comportare gli stessi sintomi.

Attualmente, non esiste un trattamento specifico per la PSSD; la cura si concentra principalmente sulla gestione dei sintomi manifestati dal paziente.

Se in seguito all’assunzione di farmaci SSRI hai notato cambiamenti a livello della sfera sessuale, dovresti riferirlo al medico per valutare un eventuale aggiustamento della terapia o del dosaggio. Se invece i sintomi persistono anche dopo la sospensione del trattamento, è consigliabile consultare un medico specialista