Effetti del Covid-19: cosa sappiamo su riproduzione e dimensioni del pene
Ecco quali sono gli effetti del Covid a livello della sfera sessuale e riproduttiva maschile
Gli effetti del COVID-19 nel lungo periodo sono ancora oggetto di studio. A differenza dei segni iniziali del virus, che sono ora ben noti, il manifestarsi di ulteriori sintomi associati alle nuove varianti di COVID-19 e al cosiddetto “Long Covid” vengono continuamente scoperti e documentati.
In questo articolo ti spieghiamo quali sono gli effetti del virus sull’apparato maschile e qual è la relazione tra Covid e riproduzione.
Il COVID-19 può comportare una riduzione del pene?
A far discutere è stato il caso di un trentenne negli Stati Uniti che ha attirato l’attenzione dei media su quello che si crede sia un effetto collaterale raramente discusso del coronavirus, ossia una riduzione delle dimensioni del pene.
Per l’uomo, che ha contratto il virus nel luglio 2021, è stato necessario un ricovero in ospedale. In seguito alla sua dimissione, sono comparsi problemi di disfunzione erettile che si sono attenuati dopo aver consultato un medico. L’uomo ha anche affermato che il suo pene, precedentemente sopra la media, si era rimpicciolito, dopo aver contratto il virus, di quasi 4 cm rispetto alle sue dimensioni originarie.
Sono molti gli uomini che si sono preoccupati per gli effetti del Covid sul proprio organo riproduttivo. Gli urologi e gli andrologi consigliano la vaccinazione contro il COVID-19 perché è ormai provato che il virus può influire negativamente sulla capacità di erezione causando disfunzione erettile.
I danni del virus all’apparato riproduttivo
Diverso discorso va fatto in riferimento alla correlazione tra Covid e riproduzione. La connessione tra COVID-19 e problemi con il sistema riproduttivo è ancora un’area grigia, sebbene alcuni studi già condotti hanno stabilito collegamenti tra il virus e alcune condizioni come la disfunzione erettile (DE).
Uno studio della Miller School of Medicine dell’Università di Miami, in Florida, ha analizzato il tessuto penieno di quattro uomini sottoposti a intervento chirurgico per protesi peniena per curare la disfunzione erettile, 2 dei quali avevano precedentemente contratto il COVID-19: a distanza di mesi, questi uomini presentavano ancora particelle di virus nel pene.
I risultati, che sono stati pubblicati sul World Journal of Men’s Health nel luglio dello scorso anno, hanno portato i ricercatori a concludere che il virus può limitare l’afflusso di sangue ai genitali, cosa che nel tempo sesso potrebbe causare difficoltà a raggiungere un’erezione.
Il legame tra cattiva circolazione e COVID-19 è stato verificato anche in altre parti del corpo: in alcuni pazienti, uno degli effetti del Covid è stata, infatti, una condizione simile al congelamento che ha interessato le dita dei piedi.
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Quanti sono gli effetti collaterali del “Long Covid”?
Uno studio pubblicato dall’University College London nel luglio 2021, che ha coinvolto di 3.762 partecipanti provenienti da 56 paesi, ha identificato oltre 200 sintomi associati al cosiddetto “Long Covid”, ovvero la condizione manifestata a distanza di tempo da chi è risultato positivo al virus.
Oltre a effetti a lungo termine insoliti come perdita della vista, nuove allergie e incapacità di piangere o sbadigliare, tra i sintomi più rari emersi dallo studio vi sono quelli a carico del sistema riproduttivo.
Nelle donne si è trattato, per esempio, dell’inizio precoce della menopausa o la comparsa di periodi irregolari. Per gli uomini, invece, è stata notata, come si è detto, una diminuzione delle dimensioni dei genitali, sia del pene che dei testicoli: un risultato coerente con il caso denunciato dall’uomo degli Stati Uniti.
Come contrastare gli effetti del Covid?
Il trattamento per gli effetti collaterali del Covid deve essere individuato dal medico specialista in base al caso specifico. Potrebbe includere la riabilitazione, ossia farmaci inibitori delle fosfodiesterasi tipo 5 a basso dosaggio, onde d’urto o l’uso di dispositivi come le pompe a vuoto o vacuum device, quello che viene chiamato un “push-up del pene”, che comporta l’accensione del dispositivo per incoraggiare il flusso sanguigno e prevenire l’accorciamento o recuperare effettivamente la lunghezza e la circonferenza perse.
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