È possibile la ricostruzione del pene?
Ricostruzione del pene: ecco come si effettua e in quali casi è consigliata
La ricostruzione del pene si effettua con un intervento chirurgico di falloplastica e può essere parziale o totale. Questo intervento viene eseguito per rimediare ai danni causati da una malattia, per difetti congeniti o per porre rimedio a un evento traumatico come un incidente.
Non a caso la falloplastica è una procedura chirurgica molto complessa, che permette la costruzione, la ricostruzione o anche l’ingrandimento dell’organo genitale maschile. È anche l’intervento consigliato nella riassegnazione chirurgica del sesso da donna a uomo.
Come si esegue la falloplastica?
La falloplastica ricostruttiva può essere eseguita ricorrendo a diverse tecniche, da valutare in base al caso specifico del paziente. Il chirurgo interviene prelevando da un’altra zona del corpo, in genere nascosta alla vista, un lembo di pelle comprensivo di vasi sanguigni e nervi al fine di reimpiegarlo nella ricostruzione del pene.
L’obiettivo è realizzare un organo perfettamente funzionale, dotato di sensibilità tattile, che può consentire l’erezione e che ovviamente permette il passaggio dell’urina.
In quali casi si può intervenire per ricostruire il pene?
L’intervento di ricostruzione dell’organo genitale maschile può essere effettuato quando:
- Il paziente ha subito una parziale esportazione dell’organo in seguito a un tumore al pene.
- L’uretra non è perfettamente sviluppata (ipospadia) oppure quando l’uscita dell’urina non avviene dalla punta del glande, ma da un’altra zona della fascia ventrale del pene.
- L’anatomia del pene è stata alterata in seguito a forti traumi.
Lo stesso intervento viene poi effettuato in caso di micropene (falloplastica di allungamento). Nel caso di donne che vogliono cambiare sesso non si parla invece di ricostruzione, ma di costruzione ex novo dell’organo genitale.
Qual è il post operatorio della ricostruzione del pene?
L’intervento di fallo plastica può durare anche molte ore, richiede il ricovero di una notte nei casi più semplici e fino a 7 notti per le operazioni più complesse. In alcuni casi è anche previsto l’inserimento di un catetere che deve essere mantenuto da 1 a 2 settimane.
In seguito il paziente dovrà rimanere a riposo dalle 4 alle 8 settimane, possono inoltre comparire lividi e dolore nella zona dell’intervento. Altre complicanze post operatorie sono la comparsa di nausea, di sangue nelle urine, assenza di sensibilità nervosa. Tutti questi sintomi tendono però a scomparire con il passare dei giorni. L’andamento della convalescenza viene valutato dal medico specialista nel corso di successive visite.
Grazie ai progressi effettuati in ambito medico l’intervento di ricostruzione del pene assicura oggi risultati migliori rispetto a quelli ottenuti in passato. Sull’opportunità di eseguire o meno tale intervento deve decidere lo specialista dopo aver visitato il paziente, considerato la sua anamnesi e valutato che sia la soluzione migliore per risolvere il problema specifico.